Fara Sabina, fondi per i ristori: beffa sulla gestione
RIETI - Nasce come ristoro per i commercianti piegati dalla pandemia, ma si traduce in un recupero crediti da parte del Comune di Fara Sabina verso gli esercenti debitori. I contributi provengono da circa 55.500 euro ricavati dai fondi destinati agli Enti per fronteggiare la pandemia. Sono stati suddivisi in quote da 700 euro, cui hanno avuto accesso 79 imprese, molte delle quali, tuttavia, non ne potranno usufruire, perché «in caso di debito a carico del soggetto richiedente a favore del Comune di Fara Sabina si provvederà affinché l’importo del contributo concesso venga decurtato dall’importo del debito».
Una clausola amara per tanti commercianti che, dopo aver subito il danno della pandemia, si sono sentiti beffati da un ristoro stornato per coprire bollette di acqua o rifiuti che non sono riusciti a pagare. «Oltre a mettere in atto un accattonaggio istituzionale che non appartiene alla storia di Fara, chiedendo risorse ad altri Enti visto che nelle casse comunali non c’è più un euro - attacca Vincenzo Mazzeo di FaraMerita - l’amministrazione cerca di recuperare fondi dai commercianti che non hanno potuto pagare le tasse. Questo atteggiamento è disumano. A Fara non ci sono truffatori, ma una categoria di esercenti sana che sta vivendo un momento drammatico e va aiutata, a partire dalle casse comunali. Erogando contributi a chi ha realmente bisogno e non in base a chi arriva primo». «Tentare di rientrare dei crediti tramite i fondi che ha inviato il governo per le imprese è a dir poco vergognoso - tuona Maria Di Giovambattista, dell’associazione Noi Fara, rappresentata in consiglio da Marco Marinangeli. - Mi auguro che si mettano una mano sulla coscienza, chiedano scusa e diano seguito alla nostra proposta di istituire, con fondi di bilancio comunale, i ristori per le attività forzatamente chiuse per la zona rossa locale. É evidente che questa amministrazione non sia minimamente vicina alle attività produttive della città».
Giovedì 8 Aprile 2021 di Raffaella Di Claudio