Eccezionale scoperta archeologica di epoca romana nell'area del Polo della logistica di Passo Corese
Si aggiunge un altro importante tassello – e finora è sicuramente il meglio conservato - al recupero della villa rustica riaffiorata all’interno del polo della logistica di Passo Corese nei primi mesi dell’anno. Si tratta di una cisterna, risalente al primo secolo avanti Cristo, la cui forma ricorda una “L” lunga più o meno 8 metri e larga 3, con una profondità di circa due metri e mezzo. Oltre ad avere resistito bene al trascorrere del tempo, poiché posta sotto il livello del terreno, si discosta da altre, centinaia ritrovate nel Lazio, per una particolarità.
La finalità. Pare, infatti, che avesse un duplice utilizzo: in una prima fase era usata per raccogliere l’acqua, successivamente, stando ad alcune tracce scoperte al suo interno, sembra invece essere stata trasformata e adattata per ospitare la lavorazione dei prodotti che provenivano dall’area in cui è situata l’antica fattoria. Questo secondo scopo è confermato dalla presenza di una grande porta di accesso, mai comparsa nelle cisterne destinate unicamente al recupero dell’acqua, caratterizzate soltanto da una o più rampe di scale, visibili anche qui.
Gli scavi. Il lavoro che gli archeologi della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti stanno conducendo da mesi tra via dei Cavalli e viale Europa, sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo Alessandro Betori, ha permesso di evidenziare i dettagli di un opus reticolatum.
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L’opera reticolata rappresenta una tecnica edilizia romana che colloca l’opera monumentale nel primo secolo avanti Cristo e tramite la quale si realizza il paramento di un muro in opera cementizia. Aspetto ulteriormente caratteristico della cisterna, che si discosta pure per questa ragione da altri edifici dello stesso genere, per i quali si preferivano semplici gettate di calcestruzzo battuto, meglio note come opus Signinum. Lo svuotamento della cisterna è stato completato in questi giorni, ma l’attività della Soprintendenza non si fermerà.
Nuova campagna. Nelle prossime settimane sarà avviata una nuova campagna di scavi nell’uliveto che circonda i resti della villa rustica, riemersa, finora, solo nella sua pars fructuaria, ovvero un’area destinata alla produzione e alla lavorazione dei prodotti. Le prossime indagini, che interesseranno un lotto più interno, affacciato sul lato di viale Europa, serviranno, attraverso la realizzazione delle tipiche trincee a verificare se esistono resti di una pars urbana: ambienti destinati ad abitazione che finora non sono emersi.
La strada romana. Nei pressi della villa rustica, è stato individuato anche un tratto di strada probabilmente a servizio dell’intero distretto che, scavo dopo scavo, acquisisce un’immagine sempre più nitida. Al termine dei lavori, la Soprintendenza deciderà come questi ritrovamenti dovranno essere tutelati e successivamente valorizzati.
Un percorso di valorizzazione, riguardante due statue funerarie rivenute in un lotto situato alla fine di via dei Cavalli (sull’incrocio con via Ternana), in realtà, è già stato intrapreso. Le due statue sono attualmente conservate presso il museo civico archeologico di Fara Sabina e a breve saranno restaurate per essere poi esposte al pubblico.
di Raffaella Di Claudio