Roberta Cuneo: «Abituata al confronto e a dialogare con tutti. Sono “il” presidente, la parità si raggiunge su altri livelli»
«Il regalo più bello dopo l’elezione? Sicuramente, la fascia da presidente che mi ha regalato il mio predecessore Mariano Calisse. È stato un gesto simbolico davvero molto affettuoso». A parlare è Roberta Cuneo, primo donna alla guida del Palazzo della Provincia. Si fa chiamare “il” presidente come Giorgia Meloni, ma non è a lei che si ispira in questa preferenza: «Anche quando sono diventata sindaco, ho scelto di essere chiamata con l’articolo al maschile. Sono laureata in Lettere, ho sempre dato molto peso alle parole e ho molta sensibilità verso la lingua, ma credo fermamente che le battaglie per i diritti femminili vadano combattute su altri livelli».
Prima donna presidente della Provincia di Rieti: è una notizia o una non notizia?
«Per prima cosa sono una persona che intende portare avanti gli impegni presi. Come donna darò certamente un valore aggiunto anche in termini di una lettura politica diversa».
Quasi 53 anni, sposata da venticinque, due figli ormai grandi, Roberta Cuneo è anche sindaco di Fara Sabina e insegnante di scuola primaria.
«Insegno da trent’anni, sono prima di tutto una pedagogista e formatrice, amo i bambini e il mondo della scuola. Non ho ancora lasciato l’insegnamento, ho due classi quinte che accompagnerò fino a giugno, solo dopo prenderò un’aspettativa: come detto, sono una che ama portare a termine gli obiettivi e sono abituata al dibattito critico. Ho tre fratelli io e altrettanti mio marito. Sono abituata a stare in mezzo alle persone, alle lunghe tavolate piene di momenti di confronto e scambio, e sono avvezza anche alle prese in giro: in famiglia il senso dell’umorismo non manca».
Per lei, presidente Cuneo, ascoltare e condividere non è quindi un problema.
«Non sono una prevaricatrice, mi piace trovare un accordo coinvolgendo tutti, questo è forse il mio miglior pregio».
E come difetto?
«Sono troppo sensibile, alla mia età rimango ancora molto male quando vengo ferita nelle amicizie o nei valori: in politica questa è spesso interpretata come una debolezza. Però mi dura una notte, non porto rancore».
Un successo schiacciante, quello messo a segno alle ultime consultazioni per l’elezione del presidente della Provincia.
«Ci ho creduto da subito, quando è stato trovato l’accordo sul mio nome non ho avuto timori. La nostra coalizione è particolarmente serena e positiva, eravamo compatti e sicuri, non abbiamo percepito alcuna probabilità di tradimenti».
Festeggiamenti la sera stessa con i ragazzi del partito, l’indomani una semplice cena in famiglia.
«Quello è stato decisamente un bel momento. Da donna, devo soprattutto alla collaborazione dei miei figli e di mio marito la possibilità che ho avuto di dedicare tanto tempo alla politica. Hanno saputo condividere e pazientare, non è poco».
Primo oggetto messo sulla scrivania da presidente della Provincia?
«La mia agenda. Ho quella digitale condivisa con le due segreterie che mi seguono, ma sono nata negli anni Settanta e trascrivo tutto sul cartaceo, non posso farne a meno».
Come conciliare ora, gli impegni familiari e affettivi, quelli da sindaco di Fara Sabina, di insegnante e presidente della Provincia in contemporanea?
«Con organizzazione. Salvo diverse esigenze, la mattina sarò in Comune e il pomeriggio in Provincia. Il mio primo obiettivo è quello di essere presente sempre e per tutti, con una particolare attenzione verso le problematiche che solleveranno i sindaci del territorio. Come priorità l’acqua, l’ambiente, la gestione dei rifiuti, le infrastrutture di un territorio frastagliato. C’è davvero molto da fare, e non mi tirerò certo indietro».
di Raffaella Di Claudio