A Fara Sabina una mail digitata con indirizzo sbagliato fa saltare progetto dei servizi civili per duecento giovani
Il Comune sbaglia a inviare una mail e il progetto del servizio civile universale salta a Fara Sabina, nella IV Comunità sabina e in undici comuni del Viterbese. E’ stata una lettera in più, digitata nel testo dell’indirizzo di posta elettronica certificata del dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, a pregiudicare l’analisi e l’eventuale approvazione dei programmi presentati dai comuni di cui Ente capofila era Fara Sabina.
Un errore materiale in base al quale almeno 200 posti di lavoro, tanti sono i giovani che avrebbero potuto beneficiare dei programmi, sono sfumati. Il danno si amplifica se si pensa che la partecipazione al progetto ha comportato una serie di costi per le casse degli Enti partecipanti.
L’esclusione è stata comunicata al Comune di Fara Sabina il 26 giugno, in una nota secondo cui «i programmi di intervento di servizio civile universale e i relativi progetti caricati nel sistema informatico Helios, non potranno essere oggetto di valutazione in quanto per gli stessi non risulta inviata all’indirizzo Pec del Dipartimento l’istanza di presentazione dei programmi di intervento».
Ma il caso è esploso quando i Comuni interessati hanno scoperto che nella graduatoria i programmi dell’unione guidata da Fara non c’erano. Ad accendere i riflettori sullo spiacevole accaduto è il Movimento 5 Stelle di Fara Sabina. «Lo abbiamo appena appreso dai consiglieri comunali del Movimento 5 stelle dell’area di Viterbo – spiega Alessandro Bielli a nome dei grillini farensi – Fara, in quanto capofila, aveva l’onere di trasmettere l’istanza di presentazione dei progetti ma non lo ha fatto, facendo così perdere almeno un anno di tempo a tutti gli aderenti, oltre ai posti di lavoro che ne sarebbero scaturiti. I progetti servivano per dare impiego come servizio civile a circa 200 persone nei più svariati ambiti: dall’accompagnamento dei bambini sugli scuolabus ai musei. Quanto accaduto, forse per una disattenzione del funzionario, che nell’ambito lavorativo può verificarsi, non esonera l’amministrazione da precise responsabilità di verifica e controllo – attacca Bielli -. E se può essere estranea l’amministrazione Cuneo non lo sono gli stessi amministratori che facevano parte della giunta Basilicata, che hanno precise responsabilità politiche verso la cittadinanza e verso gli altri Comuni. Quanto accaduto, oltre a danno di immagine e all’impossibilità di nuovi posti di lavoro, espone il Comune a eventuali ricorsi risarcitori da parte delle altre amministrazioni coinvolte, con il rischio di ulteriori debiti per le martoriate casse comunali farensi».
Il sindaco Roberta Cuneo con amarezza conferma l’accaduto e annuncia un estremo tentativo di recupero messo in campo dall’Ente. «Non nascondo il forte rammarico - commenta Cuneo -. Il progetto era stato avviato da me quando ero assessore alla Gioventù e l’ho seguito fino a dicembre 2019. Poi gli assessorati sono cambiati. Di sicuro c’è stato un errore umano, ma, personalmente e politicamente, non posso non rilevare che, da parte degli assessorati preposti, è mancata la funzione di controllo. Errare è umano, però serve un’attenzione di squadra per portare a termine un progetto delicato come questo, che poteva essere comunque escluso, ma di sicuro doveva partire. Sfruttando i 20 giorni di tempo per inviare osservazioni, abbiamo scritto una nota per segnalare l’accaduto, nella speranza che ci possa essere un appello. La vedo dura, ma ci proviamo. In caso in cui non si ottengano risultati ripresenteremo tutto il prossimo anno».